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Categorie: Arte, Ceramica
Primo piano
Conserva vari pezzi scultorei, tra cui una bella testa di Medusa e uno stemma mediceo recuperato dalla Porta Massini, una delle cinque porte del circuito murario ascianese, che purtroppo venne distrutta durante la seconda Guerra Mondiale. Sono presenti, inoltre, un architrave lapideo con stemma Del Garga, un’epigrafe funeraria della famiglia Borghesi e due campane bronzee cinquecentesche, provenienti da edifici religiosi del territorio.
Qui domina la bellissima pala di Ambrogio Lorenzetti che raffigura la lotta di S. Michele Arcangelo contro il drago. A fianco, è esposta la cornice cinquecentesca che fino a pochi anni fa abbelliva quest’opera. La cornice è realizzata da una maestranza olivetana, Fra Raffaele da Brescia, autore anche del bel tabernacolo presente in sala e proveniente anch’esso da Badia a Rofeno.
Entrando si resta letteralmente senza fiato dalla ricchezza del decoro pittorico delle pareti, caratterizzato da allegorie care alla sfera pubblica e laica, dove, in mezzo alle quattro virtù cardinali, fa da padrone il sommo filosofo greco Aristotele. Trovano ampio spazio anche scene bibliche e la rappresentazione di una storia di origine orientale, la parabola di Barlaam e Josaphat. In due teche sono conservate alcune splendide maioliche arcaiche rinvenute ad Asciano in recenti scavi archeologici.
Questa piccola sala accoglie una grande opera. Accanto ad una statua in legno di Sant’Antonio Abate, proveniente dalla chiesa di San Lorenzo, e a una splendida Annunciazione dipinta da Martino di Bartolomeo, un tempo custodita nella Basilica di Sant’Agata, spicca un imponente polittico. La tavola centrale raffigura la Madonna col Bambino, un capolavoro realizzato da Taddeo di Bartolo agli inizi del Quattrocento.
La sala accoglie varie opere provenienti dalla chiesa di S. Agostino: l’Adorazione dei pastori di Pietro di Giovanni d’Ambrogio e la Madonna col Bambino di Matteo di Giovanni, conosciuta e venerata ad Asciano come “Madonna delle Grazie”. Ammiriamo due preziose croci astili; una, della fine del ‘300, proviene da Badia a Rofeno, finemente decorata con smalti champlevé, mentre, l’altra, databile alla seconda metà del XV secolo, era custodita a S. Agostino, e attribuita a Francesco d'Antonio. Tra un Nome di Gesù, tradizionalmente ritenuta opera di S. Bernardino e una Madonna col Bambino da Monte Sante Marie, spicca la delicata Annunciazione lignea di Francesco di Valdambrino, precedentemente conservata nella chiesa di S. Lorenzo.
La sala è caratterizzata dalla presenza di due opere degli inizi del ‘300 raffiguranti la Madonna col Bambino; una, attribuita a Segna di Bonaventura e l’altra alla Bottega dei Memmi. In quest’ultima è forse riconoscibile, nelle vesti del donatore, Antonio Tolomei, figura di spicco e importante finanziatore della comunità francescana di Asciano. Accanto ad una tavola quattrocentesca con S. Sebastiano di Pietro di Ruffolo, risalta l’Assunzione della Vergine dipinta da Giovanni di Paolo, con i Santi Agostino e Michele, opera di Matteo di Giovanni. Nell’unico angolo vuoto della sala, resta un'importante testimonianza architettonica del palazzo medievale: un paramento murario interamente costruito in terra pressata (pisé).
In questa piccola sala colpisce la presenza di un bellissimo crocifisso ligneo, opera realizzata verso il 1290 da Giovanni Pisano per la chiesa di S. Agostino. Accanto sono esposti alcuni pregevoli testi miniati databili dal XIII al XVII secolo, che provengono dalla Basilica di S. Agata.
In questa sala possiamo avere un piccolo assaggio della produzione di ceramica ascianese in età moderna e contemporanea. A sinistra, sono esposti in due piccole teche i piatti smaltati in stile compendiario realizzati tra XVI e XVII secolo nella bottega dei Filigelli; le forme esibiscono degli stemmi familiari che rimandano a personaggi di notevole importanza per il territorio di Asciano.
Al primo piano della casa-torre si trova il ciclo pittorico delle “Quattro Stagioni”, realizzato da Cristoforo di Bindoccio e Meo di Pero nella seconda metà del Trecento. Sulla volta a crociera, decorata di azzurro e gigli dorati, i tondi delle stagioni sono accompagnati da iscrizioni in volgare, richiamando gli affreschi di Ambrogio Lorenzetti. La Primavera è una giovane con corona di fiori, l'Estate tiene falce e spighe, l'Autunno è un anziano con grappoli d'uva, e l'Inverno un uomo sotto la neve. Completano la decorazione della sala alcune immagini sacre, come un San Giovanni Battista, gli stemmi dei Bandinelli e pitture parietali ad imitazione dei conci lapidei.
La sala espone alcune opere scultoree tra le quali spicca la bella acquasantiera realizzata da Antonio Ghini per la chiesa di S. Lorenzo, autore anche dell’elegante fontana in travertino che decora la piazza del Grano di Asciano. Accanto, una grande teca mostra i reperti ceramici rinvenuti alla fine degli anni ‘90 del secolo scorso nel centro storico ascianese; questi materiali, databili tra il XIV e il XVI secolo, hanno confermato l’esistenza di una tradizione ceramica locale, fino ad allora ipotizzata soltanto sulla base delle fonti scritte.
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